"Vorremmo che per ogni euro che l’Ente Pubblico finanzia, la Comunità Locale ed il Terzo Settore siano in grado di raddoppiare la cifra, coinvolgendo i vari attori che abitano il territorio, attivando opportunità di lavoro per le persone svantaggiate e fragili, potenziando i servizi destinati a tutti i cittadini, mettendo a disposizione competenze e risorse. Siamo sicuri che pianificando insieme, realizzando di concerto e vigilando attentamente sui risultati, si potrebbero avere effetti più ampi, per rinsaldare un legame tra persone e Istituzioni che si fa sempre più sfilacciato".
È questa la riflessione di Roberto Baldo, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà Veneto, riguardo al maxiemendamento alla Legge di stabilità regionale 2015 (Legge Regionale n. 6 del 27 aprile 2015, art. 70) che enumera una serie di risorse stanziate dalla Regione Veneto per progetti di ricaduta generale, allocandole sotto due voci:
15 milioni e 741 mila euro come Contributi e partecipazioni in enti e associazioni (upb U0009)
34 milioni e 989 mila euro come Trasferimenti agli enti locali per investimenti (upb U0007)
Molti sono i contributi assegnati ad iniziative culturali, ad opere architettoniche e di restauro, ad attività sociali. Tra i primari destinatari, Parrocchie, Enti Pubblici, Associazioni, Cooperative Sociali.
“Non è certo criticando le scelte del Consiglio Regionale che possiamo fare la differenza in Veneto. Anzi, siamo sicuri che ciascuna delle iniziative finanziate siano meritevoli di sostegno e debbano essere promosse. Quello su cui vorremmo puntare l’attenzione è un altro aspetto, e cioè il
modello di sviluppoal quale vogliamo fare riferimento” prosegue Roberto Baldo “Sappiamo bene che le risorse sono scarse, e quindi non possono accontentare tutti. Non vogliamo difendere questo o quel progetto. Anzi, proprio perché le risorse sono poche, vogliamo domandarci: come potremmo, con queste poche risorse, fare la differenza? C’è un modello che può aiutarci a gestirle meglio?”.
L’obiettivo di Federsolidarietà Veneto in questo frangente è di poter aprire uno spazio di dialogo con le Istituzioni e la Società Civile, per far sì che la politica si interessi del futuro della nostra Regione e si chieda come spendere al meglio le risorse disponibili, per rilanciare l’economia e l’occupazione, senza dimenticarsi di nessuno e senza cedere a facili consensi.