L’emergenza Coronavirus ha costretto alla chiusura del canale della ristorazione. Questo ha prodotto un crollo delle richieste di latticini freschi, come ad esempio le mozzarelle usate dalle pizzerie.
Il latte prima destinato a queste produzioni non trova collocazione e sta trascinando in basso i prezzi alla stalla.
Alcuni acquirenti poi non sono più disponibili ad acquistalo e i produttori si trovano costretti a gettarlo.
Questo comporta un gravissimo danno a tutto il settore e per questo ACI Veneto si batte per la difesa delle produzioni, chiedendo all’Assessore l’impegno per destinare alla polverizzazione, congelazione delle cagliate o alla distribuzione agli indigenti il latte in surplus.
Le azioni sono mirate a collocare il latte eccedente a causa del fermo di alcuni canali (ristorazione, alberghi caffè ecc.) a salvaguardia del prezzo e della redditività delle aziende agricole.
Appoggiamo e sosteniamo anche la prospettiva di un polverizzatore in veneto per gestire e calmierare le fasi di eccesso produttivo del latte. Oggi sono pochi gli impianti italiani in grado di polverizzare latte, siero e scotta e spesso le cooperative sono costrette a rivolgersi all’estero.
Riteniamo una buona soluzione dotarci di questa tecnologia che ci consentirebbe di essere meno dipendenti da altre realtà.
ACI latte veneto: rappresentiamo il Coordinamento permanente di Confcooperative Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare e AGCI e raggruppiamo circa 60 realtà cooperative di raccolta e trasformazione del latte, che lavorano più del 50% del latte prodotto nella nostra regione.