È stato firmato a Venezia - martedì 27 giugno - l’accordo “Cooperare in Sicurezza nelle Cooperative Socio Sanitarie del Veneto”, con il quale Confcooperative e Inail stringono un accordo per migliorare gli standard di sicurezza per le persone con disabilità. Confcooperative conta oltre 2.000 soci lavoratori svantaggiati, che saranno a vario titolo coinvolti per la realizzazione o la diffusione del progetto.
Con questo accordo Inail e Confcooperative Veneto realizzeranno un progetto di prevenzione che è rivolto a due differenti categorie di lavoratori: gli utenti/lavoratori e gli operatori delle cooperative e che insisterà su tre fattori essenziali:
1) Identificare buone prassi per valutare lo stato di salute psico-fisico dei lavoratori svantaggiati. Le cooperative sociali di tipo B impiegano almeno il 30% di personale svantaggiato in ruoli che presentano dei rischi specifici (ad esempio, nello sfalcio del verde, nella logistica o nell’industria). A questi rischi - comuni a tutti i lavoratori - si somma la necessità per i preposti di valutare la condizione psico-fisica individuale dei soggetti operativi, che può essere estremamente mutevole nel corso del tempo, data la loro condizione di svantaggio (disabilità psico-fisica, problemi di salute mentale, vissuti di dipendenza o carcerazione…). Non esiste ad oggi uno standard che consenta questo tipo di valutazione.
2) Individuare modalità specifiche per la gestione delle emergenze nelle cooperative sociali con utenti fragili o svantaggiati. L’evacuazione di una struttura in situazione di pericolo è di per sé complessa. Se all’emergenza si unisce la presenza di un numero spesso elevato di persone disabili (ad esempio, in carrozzina, o con problematiche tali da rendere inefficaci le normali istruzioni fornite dai preposti) è comprensibile come sia fondamentale trovare formule complementari per garantire la sicurezza delle strutture.
3) Ridefinire gli standard per il trasporto di anziani e disabili in carrozzina. Attualmente tali standard sono carenti, incompleti o inesistenti, e anche i mezzi di trasporto rispondono a normative non sempre univoche. Ogni giorno, però, centinaia di persone disabili o anziane sono costrette a muoversi con mezzi più o meno adeguati e con accompagnatori più o meno preparati, con gravi rischi per la propria sicurezza. Poter ridefinire gli standard significa aumentare il livello di tale sicurezza, riducendo i rischi e le responsabilità degli enti gestori.
Sabrina Visentin, Vice Presidente di Confcooperative Veneto e Delegata alle Relazioni Sindacali, afferma: “Questo progetto risponde all’esigenza, fortemente sentita dalle cooperative sociali, di poter aumentare il livello di garanzia sulla sicurezza dei propri utenti svantaggiati. Attendiamo con fiducia l’emergere delle buone pratiche da questi studi e la possibilità di diffonderle e farle diventare un nuovo standard riconosciuto a livello italiano. I nostri consorzi tra cooperative sociali mettono a disposizione un campo di studi estremamente ricco e variegato per poter analizzare questa tematica sotto molteplici punti d’osservazione”.
Il progetto vede come ente gestore Irecoop Veneto, ente di formazione accreditato espressione di Confcooperative e delle Banche di Credito Cooperativo, e come partner i consorzi tra cooperative sociali di tutte le province venete, riuniti nel consorzio di secondo livello “Tre Venezie”. L’obiettivo finale, tuttavia, valica i confini locali: le buone prassi, infatti, saranno sottoposte alla Commissione Consultiva Permanente a Roma, per poter essere valutate e divenire modelli procedurali comuni a tutto il contesto nazionale.
Il Direttore della Direzione Regionale Inail del Veneto, Daniela Petrucci, si dice soddisfatta di questo primo passo: “La firma di questo accordo dà il via ad un progetto che è decisamente diverso dal solito. Inail è impegnata nel campo della prevenzione da molti anni, ma vorremmo poter sostenere le aziende più piccole, come le cooperative sociali in oggetto, a strutturare meglio le procedure per la prevenzione dei rischi. il progetto è anche più interessante, data la presenza di soggetti con disabilità psico-fisica o altri tipi di svantaggio, che meritano quindi una particolare attenzione per la peculiare natura delle loro competenze. Saremo attenti - nel pieno rispetto dei costi preventivati - a fare tutto il possibile per diffondere queste buone pratiche a livello nazionale. Siamo coscienti che gli incidenti fanno più notizia dei buoni progetti, ma crediamo che si debbano sempre valorizzare attività di questo tipo che agiscono direttamente sulla qualità della vita dei lavori veneti e italiani”.