Per Federsolidarietà Verona si riconferma la Presidenza Dal Degan

Per Federsolidarietà Verona si riconferma la Presidenza Dal Degan

Per Federsolidarietà Verona si riconferma la Presidenza Dal Degan
Venerdì 16 marzo nella Sala Congressi "Opale" Hotel Veronesi La Torre di Dossobuono, si è svolta l’Assemblea Provinciale di Federsolidarietà Verona, che raggruppa 98 cooperative sociali  e circa 6000 soci lavoratori. Riconfermata alla presidenza Erica Dal Degan.

Categorie: FEDERSOLIDARIETA

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All’ordine del giorno il rinnovo delle cariche, con l’elezione del presidente e del consiglio provinciale. È Erica Dal Degan ad essere rieletta dopo l'ultimo mandato di 4 anni, ed è proprio di questo periodo che traccia un bilancio per poi illustrare le linee guida da perseguire nel prossimo quadriennio. 
“Sono stati 4 anni decisamente intensi – afferma – caratterizzati da eventi le cui ripercussioni hanno avuto effetti importanti. L’impatto dello scandalo di mafia capitale, per esempio, ma anche la riorganizzazione di Confcooperative a livello provinciale e nazionale, per passare al nuovo Codice Appalti e arrivare alla riforma del Terzo settore. 
Credo che il risultato più importante di questo mandato sia l’assunzione del ruolo di interlocutori delle istituzioni laddove si discute di welfare e di compartecipazione. È un ruolo che abbiamo guadagnato promuovendo tavoli di confronto e iniziative con i soggetti coinvolti a vario titolo nelle politiche del terzo settore. Non era scontato ma ci siamo riusciti: la nostra rappresentanza è visibile e siamo diventati un soggetto aggregatore per il Terzo Settore Veronese grazie ad un diverso approccio tra di noi, verso il territorio e verso la classe politica.”
“Ma la strada è ancora lunga – prosegue Dal Degan – e molteplici sono i bisogni con cui dobbiamo continuare a misurarci."
 
Sul fronte DISABILITA', dopo circa 8 anni è stato finalmente raggiunto un accordo sulla retta standard per i servizi dedicati. Ci siamo arrivati attraverso una sensibilizzazione delle forze politiche (sindaci, amministrazioni comunali, consiglieri provinciali e regionali), mappando dati e risorse con un rigore che ha consentito ai nostri sindaci di prevedere in bilancio per i prossimi tre anni i fondi necessari per conseguire l’equità nei diversi territori. Verona – voglio ricordarlo - è stata la prima provincia del Veneto ad applicare la retta a tutti gli effetti e a siglare un protocollo di gradualità.  A ciò va aggiunta la Costituzione del tavolo tecnico dedicato alla disabilità Veronese, aperto anche ad altri temi del welfare quali la salute mentale e che ha permesso la sospensione del regolamento per la compartecipazione delle comunità residenziali che sarebbe stato lesivo sia per i familiari che per i gestori. Tra i temi da affrontare quello del Dopo di Noi e della relativa Delibera Regionale, che ci porterà a ragionare su nuovi modelli di azione congiunti nel territorio.
Per quanto riguarda la SALUTE MENTALE, insieme alla federazione regionale ci stiamo impegnando per la non applicazione della Deliberazione della Giunta Regionale sui nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) che prevede un taglio ulteriore di risorse ai comuni e contestualmente abbiamo portato una bozza di emendamento sulla proposta di delibera regionale sul riordino dei posti letto di salute mentale, affiancando le cooperative che si sono viste bloccare accreditamento ed autorizzazioni.
In tema di IMMIGRAZIONE le nostre cooperative hanno aderito alla “Carta per la Buona Accoglienza delle persone migranti” sottoscritta tra il Ministero dell’Interno e l’Alleanza delle Cooperative Italiane insieme all’associazione Nazionale dei Comuni.  Su questa tematica molto delicata ed attuale stiamo promuovendo una rete di buone prassi e collaborazioni tra le cooperative del territorio, la Caritas e le varie associazioni di Volontariato.
In questi anni abbiamo segnalato molti APPALTI al massimo ribasso, ottenendo che venissero bloccati e ridefiniti. È dell’ottobre scorso un Corso di formazione specifico sul tema che ha coinvolto funzionari pubblici e cooperatori sociali da cui è scaturito un documento di Buone Prassi inviato all’Anac a Roma per poi essere adottato anche a livello regionale.
Per la prima volta abbiamo elaborato un documento condiviso da tutte le cooperative per il rinnovo del CONTRATTO NAZIONALE, inviato alla federazione regionale che l’ha inoltrato al tavolo della contrattazione nazionale”.
Ora dobbiamo alzare l’asticella – aggiunge la presidente, guardando al futuro - rafforzando ulteriormente il ruolo di rappresentanza di tutte le realtà associate coinvolgendole, ascoltandole e richiamandole se necessario, mantenendo nel contempo il legame con le altre realtà a livello provinciale e regionale. Dobbiamo implementare i rapporti con le università e le varie associazioni di categoria per costruire idee nuove; dobbiamo contribuire sempre più, come associazione, allo sviluppo di policy di coesione sociale e sviluppo delle nostre comunità (insieme anche ad altri soggetti non cooperativi) in risposta ai bisogni e problemi complessi che le cooperative ci pongono.
Federsolidarietà deve proporre soluzioni, essere partner nella redazione del piano di zona e delle politiche sociali territoriali e regionali.
Con la Riforma del Terzo Settore le cooperative sociali, da sempre agenti di sviluppo delle comunità, devono ridefinire la propria identità. A fronte di nuovi e complessi bisogni la realtà propone una riduzione della risposta pubblica a tali bisogni attraverso il contenimento delle risorse. In questo quadro la cooperazione sociale diventa impresa sociale a tutti gli effetti, chiamata a sganciarsi dall’esclusivo meccanismo delle esternalizzazioni, spesso legato esclusivamente al prezzo, e ad agganciare invece le comunità e i portatori di interesse come risorsa e non più solo come utente finale.
Bisogna quindi attivare efficaci servizi di tutoraggio, orientamento a accompagnamento finalizzati alla creazione di reti tra i vari soggetti, coinvolgendo il volontariato e i soggetti del for profit per consentire alle singole cooperative di allearsi ed unirsi su progetti comuni, pur mantenendo la propria autonomia."

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