Confcooperative Federsolidarietà Veneto celebra i 30 anni della legge che disciplina le cooperative sociali.

Confcooperative Federsolidarietà Veneto celebra i 30 anni della legge che disciplina le cooperative sociali.

Confcooperative Federsolidarietà Veneto celebra i 30 anni della legge che disciplina le cooperative sociali.

Tra storia e futuro: evolvere per continuare a rispondere ai bisogni delle comunità

Categorie: Primo PianoFEDERSOLIDARIETA

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8 novembre 2021

A 30 anni dalla legge che ha disciplinato le cooperative sociali, il mondo della cooperazione sociale si trova davanti a nuove importanti sfide per rispondere ai bisogni delle comunità. È ciò che è emerso stamattina lunedì 8 novembre presso l'hotel Crowne Plaza di Padova nell'incontro organizzato da Confcooperative Federsolidarietà Veneto per il trentennale della legge 381, in collegamento con le celebrazioni istituzionali a livello nazionale che si sono tenute contemporaneamente a Roma.

La storia della cooperazione sociale, come ha ricordato Ugo Campagnaro presidente di Confcooperative Veneto, "è nata ben prima della L.381/1991, ma ha visto con questa legge un riconoscimento formale e una disciplina del sistema che ha guidato le cooperative sociali per questi 30 anni."

Nel frattempo la cooperazione sociale, che in Veneto conta oggi 770 cooperative sociali iscritte al registro regionale, ha conosciuto evoluzioni e cambiamenti come ha spiegato Stefano Lupatin, responsabile di Confcooperative Federsolidarietà Veneto. "Rispetto alle origini, sono mutate le modalità di relazione con gli enti pubblici locali per esempio, ma anche con gli altri attori profit e non profit delle comunità. Sono cambiate le dimensioni delle organizzazioni e anche le modalità di fare rete tra loro, è cambiato il posizionamento della cooperazione sociale nella società e nei bisogni, soprattutto oggi post pandemia. Oggi la cooperazione sociale è necessaria, va a rispondere a molti bisogni delle persone a cui il pubblico non arriva, lo abbiamo visto più che mai con il covid”.

Di fronte ad una società che presenta nuove frontiere di disagio e nuove richieste di servizi a favore della collettività e soprattutto dei più fragili, la cooperazione sociale si sta interrogando profondamente sul suo ruolo e su come perseguirlo al meglio.

La mattinata ha dato spazio alle voci di cooperatori veneti della prima ora che hanno raccontato attraverso la loro esperienza personale dei pezzi di storia della cooperazione sociale, ma anche a cooperatori più giovani, 30enni e 40enni che hanno scelto di lavorare proprio nelle cooperative. "Abbiamo voluto coinvolgere e dare voce anche i più giovani perché sono loro il futuro della cooperazione sociale" ha dichiarato Roberto Baldo presidente di Confcooperative Federsolidarietà Veneto in collegamento da Roma “perché come noi, allora giovani, abbiamo fatto partire la cooperazione sociale nei nostri territori ora i giovani possono fare lo stesso nel futuro, con nuove professionalità, con nuove sfide, ma con lo stesso spirito di servizio. E siamo chiamati a lavorare insieme, con esperienza e capacità di innovazione per affrontare al meglio le sfide del nuovo welfare”.

Di “welfare di nuova generazione” ha parlato anche Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà nazionale da Roma, sottolineando che “bisogna alzare l’asticella, la domanda della comunità è cambiata, ci chiede di non lasciare fuori nessuno. Con il Pnrr oltre alle infrastrutture c’è il desiderio di maggiori opportunità, serve un ascensore sociale e i cooperatori sociali possono fare proprio questo, mettere assieme questo tipo di domanda e le risposte, i giovani cooperatori hanno l’opportunità di aiutare il mondo della cooperazione sociale a fare la transizione non solo ecologica ma per una società più equa.”

Un riconoscimento del lavoro che quotidianamente svolge il mondo della cooperazione sociale è arrivato anche dalle Ministre Elena Bonetti e Erika Stefani, intervenute in collegamento per celebrare questo appuntamento.

“Noi cooperative sociali dobbiamo saper cucire gli spazi e le persone, soprattutto quelle che sono ai margini o in difficoltà, che purtroppo sono e saranno sempre di più. Dobbiamo in questo collaborare con il pubblico, formandoci sempre di più, con competenze specifiche non perdendo il nostro dna e le nostre specificità, che sono una scelta lavorativa e sociale anche di campo” Questa una breve sintesi degli interventi finali della tavola rotonda tra cooperatori sociali junior e senior.

Una giornata di incontro e dialogo importante: in primis perché è la prima dopo la pandemia in cui i cooperatori di Confcooperative Federsolidarietà Veneto si sono ritrovati in presenza così numerosi, e poi per l'obiettivo datosi: celebrare i 30 anni e disegnare insieme le priorità della cooperazione sociale del futuro.

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