Durante la presentazione della seconda edizione del Rapporto sul Neo-Welfare del Gruppo Assimoco "Un Neo-Welfare per la famiglia 2.0. Cooperare e proteggere i bisogni della società reale", avvenuta alla Camera dei Deputati lo scorso maggio, la cooperativa sociale Sumo di Mestre ha ottenuto il premio per la sua innovativa azione di conciliazione famiglia-lavoro, realizzata nel Lab Altobello di Mestre.
Uno spazio fisico in un quartiere rigenerato negli ultimi anni dove viene offerto uno spazio multifunzione, e una offerta di pluralità di servizi per famiglie, di vario tipo. Oggi le persone hanno dei bisogni sempre più frammentati e mutevoli che il tradizionale welfare pubblico non riesce più a soddisfare, ecco perché oggi si parla di neo-welfare o welfare 2.0.
La coop Sumo cerca di dare delle risposte ad hoc. Come ha spiegato la presidente Elisa Cappello, durante la conferenza a Roma, “il punto di partenza di questa nuova cooperativa sono stati i bambini, pensando e offrendo servizi quasi gratuiti, 10 euro per 12 mesi, per un servizio di ludoteca, dove i genitori possono giocare con loro. Siamo partiti da qui per arrivare a tutta la famiglia. Diamo dei servizi con personale professionale, quali servizio alla genitorialità, supporto alle mamme per aiutarle a reinserirsi dopo la maternità, formazione al lavoro.
Da qui il secondo asse: il lavoro. Abbiamo dei soci lavoratori e con loro avviamo percorsi per il reinserimento nel mercato del lavoro, soprattutto per le donne che ne escono dalla maternità, ma anche diamo ai giovani con la Garanzia Giovani diverse opportunità per formarsi, crescere professionalmente, agganciare il mondo del lavoro. Cerchiamo di lavorare sulla imprenditorialità delle persone, diamo uno spazio di co-working per i professionisti che mentre lavorano possono vedere i loro bimbi e saperli vicini. Abbiamo formalizzato una associazione delle famiglie che gravitano nel nostro Lab Altobello, che a giugno ha aperto un orto nel quartiere, così da avere prodotti ma anche educare alla cultura del cibo. Attraverso un bando regionale abbiamo realizzato un progetto per lavorare all’interno dell’impresa profit per armonizzare i tempi vita-lavoro”.