Firmato il "Protocollo sulla legalità in materia di appalti pubblici"

Firmato il "Protocollo sulla legalità in materia di appalti pubblici"

Firmato il "Protocollo sulla legalità in materia di appalti pubblici"

Legacoop, Confcooperative-Federsolidarietà e Agci unite per una maggiore trasparenza e qualità dei servizi. Prossimo traguardo: istituire un Tavolo permanente con gli enti pubblici. 

Categorie: Primo Piano

Tags: PadovaProtocollolegalità

È stato firmato a Padova nei giorni scorsi il “Protocollo sulla legalità in materia di appalti pubblici": il settore sociale delle tre centrali cooperative venete Legacoop, Confcooperative, Agci e i sindacati regionali Cisl-Fisascat e Fp, Uil-Fpl e Cgil-Fp uniti in un fronte comune a favore di regole chiare e trasparenti, tutela dei diritti di chi lavora, garanzia di qualità ed efficienza dei servizi erogati .

Dopo un anno di lavoro e confronto tra le organizzazioni è nato il primo protocollo regionale che si pone come obiettivo quello di contrastare la scarsa trasparenza e la parzialità nell'affidamento dei servizi da parte degli enti pubblici, salvaguardando così il lavoro delle tante cooperative sociali "sane".

L'azione che si mira a mettere in campo è di monitoraggio e di contrasto verso tutti quegli appalti, di enti pubblici e società partecipate, che a discapito della qualità dei servizi scelgono come criterio primo e unico dell’aggiudicazione il “minor prezzo”. 

In particolare il protocollo chiede:

  • l'utilizzo del criterio della “offerta economicamente più vantaggiosa” (come peraltro stabilito dalla Regione Veneto con la deliberazione 4189/2006) nell'affidamento dei servizi;
  • l’individuazione di standard oggettivi di valutazione, che tengano conto delle modalità di promozione dell’occupazione “buona e stabile”, degli strumenti di qualificazione organizzativa del lavoro, della conoscenza dei problemi sociali specifici del territorio e delle risorse sociali della comunità che ci vive, nonché del rispetto del costo del lavoro come definito dalle tabelle ministeriali;
  • il rispetto delle clausole dei contratti collettivi nazionali, degli accordi regionali, territoriali e aziendali, dell’applicazione della normativa di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla previdenza e assistenza ;
  • l’applicazione della legge 381/1991, che definisce la facoltà per gli enti pubblici di inserire nei bandi di gara l’obbligo di eseguire l’incarico di servizio con l’impiego di persone svantaggiate coinvolte in specifici programmi di recupero e inserimento lavorativo.

«I pesanti tagli al welfare, dovuti alla crisi economica e alle politiche di contenimento della spesa pubblica, portano molto spesso gli enti pubblici a privilegiare il criterio del “massimo ribasso” per l’affidamento dei servizi alle cooperative sociali. – spiegano i firmatari, evidenziando quanto già da loro stesse denunciato in più occasioni con grande preoccupazione –Così facendo, da un lato non si tiene in considerazione il costo del lavoro, e dunque non si garantiscono i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, dall’altro si rischia evidentemente di intaccare la qualità, l’efficienza e la quantità delle prestazioni che devono rispondere a bisogni dei cittadini». 

«Situazioni che peraltro mettono in grave difficoltà le cooperative invece rispettose del contratto collettivo nazionale – continuano – e frenano la crescita di un modello imprenditoriale, quello cooperativo, che ha dimostrato anche in questi anni duri di crisi di saper coniugare insieme capacità di innovazione degli strumenti e delle politiche di welfare del territorio, tenuta economica e occupazionale».

Il prossimo obiettivo che le tre centrali mirano a realizzare è la costituzione di un Tavolo permanente con le istituzioni del territorio (Regione, Anci, Ulss) coinvolte nella gestione degli appalti dei servizi sociosanitari, assistenziali ed educativi.

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